La norma del carried interest, che consente di tassare come rendite finanziarie le somme rivenienti dall'investimento dei manager nei veicoli di private equity si estende anche alle holding di partecipazioni, scrive il Sole 24 ore. La conferma è stata data dal Mef in risposta a un recente question time in Commissione Finanze della Camera. Il “carried interest” è un meccanismo del mondo degli investimenti di private equity che consente, a fronte di un allineamento di interessi fra il team del fondo e gli investitori, alle persone fisiche del team di percepire un extrarendimento che sotto certe condizioni è tassato come rendita finanziaria, ovvero al 26%. Il riferimento legislativo, ovvero l'articolo 60 del Dl 50/2017, non sembra escludere un'applicazione più ampia, anche a vantaggio di altri settori. Anzi, la circolare 25/E/17 chiarisce che l'ambito di applicazione di questa norma non deve considerarsi solo quello finanziario proprio del private equity, ma che possa estendersi anche all'ambito industriale. La recente risposta del Mef comunque ribadisce l'ampia applicabilità della disposizione normativa. Si conferma quindi che la norma sul carried interest possa applicarsi, non solo ai veicoli di private equity, ma anche a quelle holding di partecipazione che svolgono un ruolo di sostegno finanziario per lo sviluppo delle pmi. L’agevolazione quindi può applicarsi sia alle società costituite per la gestione degli investimenti (sgr e advisory companies) sia alle società target che sono l'oggetto dell'investimento.