I capitali dei fondi sovrani arabi affluiscono sempre di più in Europa, America e Asia per investimenti di lungo termine in vari settori: dalle infrastrutture alle energie rinnovabili fino all'immobiliare. Oggi la loro potenza di fuoco è arrivata a 3,800 miliardi di dollari ma, secondo le ultime previsioni del Middle East Outlook 2023 riportate dal Sole 24ore, la dote dei 10 maggiori fondi sovrani mediorientali è destinata a salire a 5,600 miliardi nel 2026 andando a rafforzare il ruolo della regione come fornitore strategico di capitali per l'economia globale. I fondi più ricchi sono: Adia, ovvero l'Abu Dhabi Investment Authority, con 708,75 miliardi di dollari, la Kuwait Investment Authority (Kia) con 708 miliardi e il Public Investment Fund dell'Arabia Saudita. Nel 2022 le operazioni sono raddoppiate a 52 miliardi (erano 22 miliardi nel 2021). In Italia gli investimenti arabi si sono finora concentrati soprattutto nel settore immobiliare: cinque miliardi dal solo Qatar, ai quali si sono aggiunte negli ultimi anni le risorse del fondo kuwaitiano Kia in partnership con Hines. Il quotidiano infine ricorda che i capitali dei fondi sovrani, proprio perché statali, non effettuano mai investimenti strategici ostili ma solo dopo i necessari via libera governativi dei Paesi in cui investono. Per quanto riguarda la logica degli investimenti, accanto a tante partecipazioni finanziarie di minoranza, negli ultimi anni sta emergendo anche un profilo da investitore industriale con acquisizioni che puntano in verticale su alcuni settori per realizzare economie di scala e campioni locali.