Il 12 novembre si è tenuto presso la sede di Borsa Italiana, a Palazzo Mezzanotte in piazza Affari a Milano, l’evento “Conoscere per crescere: nuova finanza d’impresa e mercato dei capitali per lo sviluppo imprenditoriale”, organizzato da Confindustria Varese, AIFI, Elite, KPMG e Università LIUC.
L’evento si è aperto con i saluti istituzionali di Innocenzo Cipolletta di AIFI, Roberto Grassi di Confindustria Varese e Marta Testi di ELITE. Successivamente, Anna Gervasoni di AIFI e LIUC - Università Cattaneo, ha parlato di “Private Capital e sviluppo d'impresa", seguita da Mauro Iacobuzio di ELITE che ha raccontato di "ELITE: un ponte tra impresa e finanza". Poi, sono intervenuti Maximilian Peter Fiani e Ivan Spertini di KPMG Italy per parlare di "Dalla banca al mercato dei capitali: un percorso possibile". Infine, Matteo Liberali di LU-VE Group e Giuseppe Di Franco di Lutech, hanno portato i propri casi studio. Questo evento ha avuto l’obiettivo di individuare e approfondire i percorsi che le imprese, soprattutto le Pmi, possono intraprendere per aprirsi al mercato dei capitali e per trovare forme di finanziamento dei propri progetti di crescita, complementari o alternative al classico ricorso al credito bancario. Durante l’incontro sono emersi i dati che fotografano l’apertura dell’imprenditoria varesina agli strumenti di finanza alternativa al credito bancario. In particolare, il private equity e le operazioni di M&A.
Il Private Equity
Mentre in Italia negli ultimi tre anni sono stati investiti nel mercato del private capital quasi 55 miliardi di euro, tra private equity, venture capital e private debt, nel periodo 2020-2023, il Private Equity Monitor dell’Università LIUC ha registrato in provincia di Varese 27 operazioni. Di queste l’81% ha riguardato acquisizioni di quote di maggioranza o totalitarie di aziende. Nel 41% dei casi le acquisizioni sono state effettuate tramite società già nel portafoglio del private equity. Nel 74% dei casi hanno visto come protagoniste aziende familiari. A livello di settori, invece, nel 48% dei casi si è trattato di imprese di beni e servizi industriali e nel 22% di aziende attive nei beni di consumo. Tra gli esempi di operazioni di private equity che hanno visto come protagoniste aziende del Varesotto sono stati citati l’operatore di telecomunicazioni di Busto Arsizio Eolo (con Carlyle), l’azienda di Gallarate specializzata nella produzione di cioccolato e nei semilavorati per l’industria alimentare Irca (con Searchlight Capital Partners), l’impresa di Busto Arsizio provider a livello mondiale di soluzioni di packaging Brandart (con Tikehau). Ma la platea in futuro potrebbe allargarsi. L’elevata varietà merceologica in produzioni di eccellenza, la forte propensione all’export, il fatto di essere la quarta provincia n Italia per numero di addetti in settori high tech e il numero di aziende che si apprestano a gestire operazioni di passaggio generazionale (uno su quattro a Varese ha oggi un leader ultrasettantenne) sono tutti fattori che attraggono l’attenzione del private equity sull’industria varesina.
Le operazioni di M&A
A livello di operazioni di merger and acquisition i 3.140 deal conclusi da aziende lombarde hanno contribuito per il 51% ai volumi del mercato M&A italiano nel periodo andato dal 2019 ai primi nove mesi del 2024. Il macro aggregato del consumer & industrial market traina il mercato M&A lombardo con circa 1.800 deal per un controvalore di 45 miliardi di euro su un totale di 147,7 miliardi. A livello di sola provincia di Varese i deal sono stati 135 per un controvalore di 1,4 miliardi. Tra quelli che possono essere definiti i “serial acquiror” della provincia di Varese sono emersi i nomi di Croci, Illva Saronno, Lamberti, LU-VE Group, OpenjobMetis, Tecniplast, TPS Group, Cartiera Merati, Dimontonate Floccati, Irca Group ed Eolo.