È stato presentato il report dedicato a "Private equity e aziende familiari" realizzato da AIFI, Fondo Italiano d'Investimento e Liuc.
Durante il convegno, ne hanno parlato Innocenzo Cipolletta, Presidente AIFI, Giovanna Gregori, AIDAF, Gianpaolo Di Dio, Fondo Italiano d’Investimento SGR Anna Gervasoni, AIFI e LIUC - Università Cattaneo, Luca Boccato, HNH, Francesco Lodrini, Ambienta SGR, Marco Rampichini, Frigoveneta, Luigi Vagnozzi, Wise Equity SGR
Lo studio evidenzia come, a fronte di una storica avversione delle aziende familiari ad aprire il proprio capitale, negli ultimi anni si registri una crescita degli investimenti da parte di fondi di private equity in aziende familiari. Queste operazioni includono sia la cessione totale delle quote azionarie per soddisfare esigenze di liquidità e di ricambio generazionale delle famiglie, sia la vendita di partecipazioni di minoranza, permettendo alla famiglia di rimanere coinvolta nella governance della società. Infatti, l’operatore di private equity viene sempre più identificato come un soggetto in grado di apportare risorse finanziarie e competenze manageriali per intraprendere nuove strategie di crescita (organica e/o inorganica). Su 1285 operazioni realizzate tra il 2013 e il 2022 in aziende familiari, l’analisi evidenzia come la famiglia imprenditoriale rimanga coinvolta nell’azionariato nel 39% delle operazioni, con un trend in crescita nel corso degli ultimi anni (32% dei casi tra 2013 e 2017, 42% tra il 2018 e il 2022). Anche dal punto di vista finanziario queste operazioni rappresentano un successo: un’analisi condotta con dati di FII SGR mostra come il disinvestimento assicuri un cash on cash medio di 2,3 volte e un Irr (tasso interno di rendimento) del 23%.
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