Studi e approfondimenti
21 Settembre 2022

Esoscheletri che passione

Tianxia, quello che accade sotto il cielo

Una giovane Sigourney Weaver che combatteva un alieno sputa acido, indossando un esoscheletro giallo, dovrebbe essere una scena familiare a tutti. Per coloro che son più xennials o mlns Elisyum e Edge of Tomorrow con Tom Cruise sono decisamente un ottimo esempio. Per i GenZ e la GenA… se vi devo spiegare cosa sia un esoscheletro allora non ci siamo. La fantascienza ha ipotizzato per decenni le applicazioni di armature potenziate per rendere gli uomini, civili e militari, più performanti nelle attività fisiche onerose. Già l’ex militare e scrittore di fantascienza Heinlein, con il suo Starship Troopers, ci offriva una vivida descrizione degli esoscheletri da battaglia nella vita comune di un soldato. L’idea di avere una soluzione che ci permetta di potenziare la propria forza non è una cosa da poco, specialmente oggi che molti lavoratori fanno attività quasi da robot (pensiamo l’automazione tramite “biobot” nei magazzini dei grandi e-commerce). Se quello che ho detto sino ad ora sembra futuro remoto sappiate che oggi è tutto vero. L’esercito americano non solo li ha testati, ma sta già distribuendo grassi appalti per la fornitura di esoscheletri ai propri soldati. Gli americani sono ovviamente i primi, ma se le cose andranno come per il fenomeno di droni, tra qualche anno ogni soldato di prima linea o di supporto, avrà un esoscheletro.

Che roba è? 
Veniamo al mondo reale, basta fantascienza. Il modello che ha guadagnato le prime pagine in questi giorni (si vabbè non sul Corsera o Repubblica) si chiama SABER: Soldier Assistive Bionic Exosuit for Resupply. Come dice il nome è stato testato con successo su soldati che dovevano armare e rifornire pezzi d’artiglieria. Durante l’esercitazione i soldati caricavano i proiettili, spostavano il cannone (parliamo di un pezzo di artiglieria da campo, mica roba leggera). Alla fine del test nessuno dei soldati lamentava gli stessi dolori e fatica, rispetto alla medesima attività senza esoscheletro. Per quanto la visione di soldati armati di esoscheletri, alla Edge of Tomorrow, sia intrigante, è plausibile che il dispiegamento di esoscheletri avverrà prima nelle retrovie, diciamo nella logistica militare. Se consideriamo, per esempio, l’esercito americano, che possiede centinaia di basi fuori dai propri confini, la domanda di una logistica sempre più efficiente è in continua crescita. Dal caricare missili sotto le ali dei droni al movimentare merci in avamposti remoti, la logistica è quella cosa che mantiene un esercito efficiente. In più c’è da considerare che gli attuali esoscheletri sono strutturati con batterie che si consumano con una certa velocità, oppure con soluzioni meccaniche passive che, pur rendendo più “potente” il soldato, possono, se danneggiati da un colpo nemico, diventare un ingombro o persino un danno per il soldato colpito. Tuttavia se facciamo un parallelo con il percorso dei droni, e la loro rapida evoluzione negli ultimi anni, possiamo ipotizzare uno scenario non dissimile per gli esoscheletri: da semplici strumenti senza scopi bellici a unità che possono amplificare le capacità combattive dei soldati in prima linea.

In numeri? 
Stante i report recenti esistono 460 differenti tipi di danni che possono essere causati dall’attività militare legata a sforzi importanti, che infliggono stress sulle ossa, in particolare sulla schiena. Si stima che l’industria degli esoscheletri militari raggiungerà i 234$ milioni entro il 2026, registrando un CAGR del 16,8% dal 2021 al 2026. Il segmento degli esoscheletri parziali sarà quello che crescerà maggiormente. L’America sarà il mercato più rilevante nella crescita, seguita dagli altri membri nato.

Come ci si entra? 
Oltre al Saber della HeroWear, che funziona in modo passivo, abbiamo altri nomi gustosi su cui mettere le mani: Operational Exoskeleton (OX) dell’australiana DSTO, XOS2 di Raytheon/Sarcos, HULC di EKSO/Lockheed Martin, TALOS di USSOCOM, Wyss Exosuit di Wyss Institute/DARPA.

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