PwC dedica un report ai family office e identifica le principali prospettive del settore e i nuovi trend. L’indagine è stata effettuata intervistando 36 family office con sede legale in Italia e nella Svizzera italiana. 21 appartengono alla categoria dei single family office (sfo), gli altri 15, pari al 42%, sono multi family office (mfo), cioè prestano attività a più famiglie. Gli intervistati del Family office survey 2021 convengono che i principali obiettivi di queste imprese siano due: monitorare gli asset al fine di prendere decisioni di investimento coerenti con gli obiettivi della famiglia (34%) e diversificare il patrimonio (29%). L’efficienza fiscale (10%), l’obiettivo di preservare la legacy (10%) e la privacy di famiglia (5%) sono obiettivi considerati secondari. Per quanto riguarda il profilo delle famiglie seguite, circa il 42% proviene dall’industria e dalla manifattura, seguono il settore immobiliare (11%) e il commercio (9%). Il patrimonio medio delle singole famiglie che si avvalgono dei servizi dei mfo è mediamente inferiore rispetto a quello delle famiglie seguite dai sfo. Il 74% dei primi indica che il patrimonio medio di ogni singola famiglia è inferiore a 100 milioni di euro. Il 38% dei sfo dichiara che gli asset della famiglia seguita superano gli 250 milioni e tre di queste gestiscono e amministrano un patrimonio superiore a un miliardo di euro. La metà dei sfo intervistati da PwC sostiene che l'evento principale che ha contribuito all'istituzione della struttura è stata la vendita dell'azienda di famiglia (o di una parte) o, per il 23%, le necessità connesse alla successione. La maggior parte dei mfo (59%) sono nati grazie all'iniziativa imprenditoriale indipendente di un singolo o di un team di professionisti.
Sul tema della performance, negli ultimi cinque anni il 49% dei sfo intervistati ha fatto registrare performance superiori al benchmark e il 51% in linea. Nessuno al di sotto.
Per quanto riguarda le nuove sfide, lo studio mette in luce la necessità di un ribilanciamento dell’asset allocation. I bassi tassi di interesse stanno causando una perdita di fiducia nei confronti dell’asset class obbligazionaria che non viene più vista come fonte di diversificazione del patrimonio. Mentre, il private equity è destinato a ricoprire sempre più un ruolo da protagonista, anche per la natura imprenditoriale delle famiglie seguite che preferiscono avere un ruolo attivo nella gestione piuttosto che essere semplici beneficiari di rendita finanziaria.
Tra le attività svolte, i sfo tendono ad esternalizzare sempre di più le attività di monitoraggio del patrimonio, aggregazione degli attivi e quelle relative alla contabilità finanziaria utilizzando anche software specializzati. Tra i lavori di consulenza generale solo il financial planning è una mansione che viene interamente svolta in house dalla maggior parte (58%). Tutte le altre vengono tendenzialmente esternalizzate in quanto più specialistiche. Ad esempio i servizi legali e l’attività di tax planning. L’indagine si conclude approfondendo i temi della filantropia e della sostenibilità. Emerge come i family office italiani siano in ritardo rispetto agli operatori internazionali ma tali temi stanno entrando velocemente nelle loro agende.