Studi e approfondimenti
8 Giugno 2022

Il software cinese fatto in casa si fa eccitante 

Tianxia, quello che accade sotto il cielo

Il mondo occidentale vive e prospera, a mio avviso, anche grazie ad un incidente di percorso esogeno.
Quando nel 1400 l’Europa aveva le convulsioni tra peste, caccia alle streghe e guerre intestine, in Cina l’ammiraglio eunuco Zeng He andava a spasso con una flotta di navi da far impallidire (per numero di mezzi e uomini trasportati) la marina Americana di oggi. Ancora più sconvolgente riflettere sul fatto che queste grandi navi erano costruite in legno e bamboo. 
Alla fine del suo ultimo viaggio, che lo aveva portato a toccare le coste africane, persiane, arabe, indiane e, alcuni ritengono, anche dell’America del nord, l’imperatore disse a Zeng He: “bello di zio smonta tutto che mica posso star qui a finanziare i tuoi viaggi in eterno, tanto fuori dall’impero non c’è nulla per cui valga la pena avere una flotta cosi costosa e tengo I mongoli su a nord a cui devo dare una mazzolata”. 

Devo ammettere che non ho la certezza che le parole, tradotte dal cinese, fossero esattamente queste, ma il concetto era sicuramente identico. 
Tanto fu immediata questa decisione che l’intera flotta venne disarmata e non venne più ricostruita, le conoscenze navali per costruire una flotta del genere vennero dimenticate. 
La Cina imperiale decise di chiudersi fuori dal mondo, restare “la terra di mezzo” a cui, nel sogno dell’imperatore, il mondo avrebbe sempre guardato. Un impero cristallizzato nel tempo che, pur con grandi menti e tecnologie innovative, non aveva interesse a interagire con il resto del mondo. I
Il lettore mi perdonerà se mi sono perso, in apparenza, nella storia della Cina. Ma questa storia si sta ripetendo, purtroppo per noi occidentali, al contrario. Il primato tecnologico occidentale è nato da secoli di competizioni, conflitti, intraprendenza e incomprensioni religiosi. 
Dal Compact della Mayflower, alla necessità di bypassare il alcune nazioni europee nel commercio della seta (di cui il nord Italia fu un grande produttore per secoli). Tutti singoli eventi che, raccolti in 300 anni di storia, resero l’occidente capace di ingegnarsi e superare, per necessità, le tecnologie cinesi. 
Oggi l’impero occidentale, specialmente dopo Trump, tende a chiudersi su se stesso, o meglio a imporre stili di vita, standard economici o sociali che non sono apprezzati nel resto del mondo. Sono passati i tempi delle guerre dell’Oppio, dove il Regno Unito voleva esportare la preziosa droga in Cina. Oggi la tecnologia cinese, grazie anche alle scelte di Trump in merito all’esportazione di Chip, si sta affermando non solo nella nazione del dragone ma in tutte le zone dove la “sovranità digitale cinese” è ormai cosa assunta: Africa, Centro Asia, Asia. Gli standard tecnologici occidentali già da tempo non sono riconosciuti in Cina, ma ora, e questo dovrebbe intrigare e preoccupare molti attori finanziari occidentali, la Cina sta imponendo i suoi standard. Il mondo del software cinese è spesso trascurato dai media e, tuttavia, la sua veloce evoluzione rischia di definire uno scisma digitale senza precedenti.   

Che roba è?
La Cina sta implementando il “suo” internet industriale, utilizzando solo software cinesi. Di recente, per esempio, Li Dongsheng, fondatore della TCL Technology, un produttore nazionale di strumenti elettronici e semi conduttori, ha spiegato al BRICS Forum di Xiamen che la TCL ha sviluppato un sistema di produzione “data-driven”, basati solo su "software per la manifattura" nazionali, aggiungendo che oltre l’80% dei sistemi della TLC hanno alla base prodotti digitali creati in-house. Il 14° piano quinquennale (2021-2025) ha creato un terreno fertile per le aziende cinesi che vogliono implementare, o creare, unità di sviluppo software. Il governo cinese sta investendo massicciamente in sistemi operativi, “infrastrutture digitali backbone”, IA e data center.

In numeri? Il ministero dell’industria e dell’IT ha riportato dati interessanti: i ricavi totali dell’industria del software cinese, nei primi 4 mesi del 22’, è stato di 2.77 trilioni di yuan (416,24 miliardi di dollari), un aumento YoY del 10,8%. I profitti netti sono stati 278.5 miliardi di yuan (41,79 miliardi di dollari), una decrescita YoY del 1,4%. Per l’intero 2021 i ricavi sono stati di 9.49 trilioni di yuan (1,42 trilioni di dollari), un aumento YoY del 17,7%, la più alta crescita negli ultimi 7 anni. I piani di sviluppo dell’industria del software nel 14° piano quinquennale prevedono che l’industria dell’IT e del software abbia ricavi superiori ai 14 trilioni di yuan (2,10 trilioni di dollari) entro il 2025, con un CAGR superiore 12%. Nel 2021 gli studenti laureati in software engineering hanno avuto gli stipendi più altri tra tutte le facoltà, con un salario medio mensile di 7205 yuan (1081 dollari).

Come si entra?
Con attenzione, e senza spingere: non siamo più al tempo dei mandarini e dei valorosi marines americani. Prima di tutto io darei un occhiata ad Alibaba Cloud, i cui software di sicurezza han un market share del 28%. Poi non guasta uno sguardo a Kylin, un sistema operativo che è stato sviluppato negli anni dal China National Software & Service, e ora ha oltre 400,000 soluzioni di compatibilità che include oltre 117,096 software. Un'altra realtà sfiziosa è Shenzhen Kingdee Software che ha sviluppato un software per le risorse umane utilizzato da tutte le maggiori aziende cinesi, a partire da Huawei. 
Se consideriamo l’espansione del mondo digitale cinese, tramite cellulari a basso costo (se paragonati all’IPhone, pur sempre prodotto in Cina ma venduto come creazione del genio americano), non è difficile comprendere come sui futuri device portatili di molte aziende africane potranno girare software e OS cinesi. Il rischio concreto è che, questa volta, sia la flotta occidentale ad essere disarmata.

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Aut. Trib. Milano n.38 dell'8 febbraio 2016
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