L’arrivo di nuovi azionisti nell’azionariato di Save the Duck ha segnato l’avvio di una nuova strategia per il brand di piumini 100% animal free. Lo scorso aprile, il fondo di private equity Progressio è uscito dalla compagine azionaria e sono entrati con l'80% Reinold Geiger e André Hoffmann. Nicolas Bargi, fondatore e amministratore delegato, ha mantenuto il 20%. Come racconta lo stesso Bargi al settimanale economico L’Economia, Save the Duck prevede per i prossimi mesi un'accelerazione sui canali diretti. In Italia saranno aperti altri punti vendita a Milano, Firenze e Roma per arrivare a dieci negozi. Il marchio guarda inoltre con interesse alla Sicilia dove sta trattando per negozi franchising. Quanto all’estero, l’intenzione è aprire 30 punti vendita nei prossimi tre anni, anche in franchising, e portare l'online al 12% dei ricavi. Per l'espansione all'estero, l'azienda si sta concentrando sugli Stati Uniti dove ha in programma una decina di aperture intorno a New York. Dieci i punti vendita programmati in Europa: a Stoccolma, a Monaco, ad Amsterdam e in diverse città francesi. Oggi il fatturato deriva per l'87% dai negozi wholesale multimarca in 42 Paesi, per l'8% dai ricavi dell'online; per il 5% dal retail dei sei negozi monomarca: due a Milano, Bologna, Saint Moritz, Venezia e Hong Kong. L'obiettivo principale è raddoppiare nel triennio il fatturato che non potrà dipendere dai negozi di proprietà: il 37% sarà in Italia, il 22% in Usa e Canada, il 20% in Germania, Svizzera e Austria, il 20% negli altri 35-36 Paesi. La crescita avverrà soprattutto negli Usa. Save the Duck nel 2021 ha fatturato 47 milioni di euro. Quest'anno prevede di raggiungere i 62 milioni e toccare gli 80 milioni nel 2023. Sempre l’anno prossimo è prevista una collezione di costumi e una di sportswear cittadino.