Studi e approfondimenti
2 Marzo 2022

Swift: anche la Cina ne ha uno suo

Tianxia, tutto quello che accade sotto il cielo

Quando l’Iran è stato buttato fuori dallo SWIFT i danni per le economie occidentali sono stati diversi. I danni economici per l’Iran sono stati, e sono tutt’ora, importanti. Essere rimossi dallo SWIFT per l’Iran ha significato trovare soluzioni differenti, diciamo più caserecce, per vendere le sue materie prime (prima di tutto petrolio e gas). Cosa potrebbe succedere alla Russia, in una situazione identica?

Che roba è? 

Lo SWIFT è il sistema di comunicazioni finanziarie interbancario più usato nel mondo. Non è l’unico sistema ma è il più diffuso, permette ad ogni banca di comunicare in tempo reale le transazioni. Qualunque attività che veda la vendita di prodotti o servizi tra aziende, singoli, stati etc passa per lo SWIFT.

Dal sistema possono essere rimosse in toto tutte le banche operanti in una nazione (come è accaduto in Iran) oppure singole banche (come nel caso della Russia). 

In numeri? 

Negli ultimi anni, a partire dalla crisi del 2014 in Crimea, la Russia ha fortemente diversificato la sua dipendenza dal dollaro. A giugno 2021 la banca centrale aveva (circa) il 16% di dollari, in decrescita dal 22% di pochi mesi prima. Al dollaro sono andati ad aggiungersi la valuta cinese (Yuan 13%), Euro (32%) e una forte posizione nell’oro (22%), di cui è anche grande produttrice. Le esportazioni russe nell’Unione Europea ammontano nel 2021 a 188 miliardi, per lo più materie prime e semi lavorati. Le importazioni dalla UE sono di circa la metà, 93 miliardi, in maggioranza prodotti lavorati ad alto valore aggiunto (dal lifestyle alla meccanica avanzata). 

Come ci si entra? 

Con il rischio di una cacciata, pur se temporanea, dallo Swift, ci si deve domandare “come ci si entra” in Russia, in futuro. La prima soluzione è domestica: MIR è la versione nazionale che la Russia ha sviluppato negli ultimi anni. Le infrastrutture del MIR sono su suolo russo e non sono soggette a interferenze da parte dell’Occidente. Il MIR gestisce il 25% di tutte le transazioni nazionali, con oltre 73 milioni di carte attivate. La rapida diffusione del MIR si deve al fatto che la maggioranza delle carte sono state emesse da organi centralizzati quali banche, sistemi pensionistici etc… Per le transazioni internazionali il sistema è ancora limitato. È disponibile in Armenia, partner commerciale russo, nelle aree indipendenti del sud Ossezia e Abkhazia. Grazie a partnership con sistemi terzi è possibile utilizzare il sistema in Turchia, Kyrgyzstan, Uzbekistan e Kazakhstan. 

Si potrà utilizzare anche il SPFS (System for Transfer of Financial Messages): creato in parallelo con il MIR nel 2014 mira a imitare le funzioni interbancarie dello SWIFT. Nel 2020 il SPFS ha raddoppiato il suo traffico, arrivando a 13 milioni di messaggi, una percentuale ridotta rispetto dello SWIFT. Oltre 400 istituzioni finanziarie hanno aderito a questo sistema, la maggioranza sono russe ma vi sono anche realtà europee come la DB, Unicredit e Raiffeisen Bank. Per attrarre altre istituzioni straniere la banca centrale russa ha dimezzato i costi di gestione della metà. Nel 2019 è stato proposto che tutte le banche che operano in Russia, incluse le sedi di banche straniere, debbano essere collegate al SPFS. La banca centrale stima di aumentare il traffico al 30% entro il 2023, ovviamente le sanzioni, specialmente quelle legate allo SWIFT, potrebbero accelerare questa crescita. vi sono comunque delle sfide a questa soluzione. Le operazioni al momento sono limitate alle ore lavorative, a differenza dello SWIFT che opera 24/24 tutti i giorni. Esiste poi il limite di pacchetto dati: 20 Kb.   

Esiste poi lo SWIFT cinese: il CIPS (Chinese Cross-Border Interbank Payment System) è una soluzione in rapida crescita. Con lo slancio datole dalla proiezione commerciale del dragone su circa 4 miliardi di cittadini, è una reale sfida all’egemonia mondiale del dollaro. Una forte spinta alla moneta cinese potrebbe arrivare dall’adozione dello Yuan digitale, un progetto nato negli ultimi anni: i testi effettuati a Shenzen sono stati molto positivi. Se consideriamo che le APP cinesi di scambio di denaro sono diffuse in tutta l’Africa, Latino America, Centro Asia e medio oriente, la potenzialità cinese futura è imponente. Tuttavia al momento l’utilizzo di moneta cinese nelle transazioni finanziarie è ancora limitata: si parla del 2% circa rispetto al 40% del dollaro. Quando parliamo del CIPS dobbiamo ricordare che le sue transazioni sono attualmente ridotte, rispetto allo SWIFT; pur con le potenzialità di espansione cinese (in termini di moneta) esistono ancora politiche restrittive sullo Yuan. In tal senso lo Yuan digitale potrebbe essere il volano per l’espansione dello stesso CIPS. Pur con queste limitazioni lo strumento cinese può divenire un alternativa regionale allo Swift: parliamo della zona euroasiatica con un focus sulle nazioni asiatiche confinanti con la Cina, e il centro asia. 

Esiste il tema del “dialogo” tra CIPS e SPFS: è una sfida importante considerando che entrambe le economie, hanno le loro peculiarità e complessità. La Russia è un’economia basata su materie prime e semi lavorati, con una scarsa economia di alto valore aggiunto. La Cina è esattamente l’opposto (si incontra con l’economia russa solo sul segmento semi lavorati). 23 banche russe hanno aderito al CIPS mentre poche banche cinesi hanno aderito all’equivalente russo. Un indice di come le istituzioni finanziarie delle rispettive nazioni si fidino dei sistemi di comunicazione finanziaria del vicino di casa. 

Le monete digitali potrebbero essere un'altra soluzione per la Russia. Oleg Deripaska è stato un grande propositore di un rublo digitale. L’introduzione di una moneta digitale nazionale è stata approvata dalla banca centrale russa nel 2020. Diversamente dalle crypto valute, la moneta digitale russa sarebbe più simile alla soluzione digitale cinese. Il lancio dei primi test di rublo digitale era previsto nel 2022, con sperimentazioni in aree ristrette (come fatto dai cinesi a Shenzen). L’utilizzo di una moneta digitale (un rublo russo) è tuttavia un approccio che potrebbe avere scarso successo. Dal 2018 il U.S. Office of Foreign Assets Control non fa differenza tra transazioni di moneta digitale o fisica. A questo si aggiunga che la OFAC sta studiando nuove tecnologie per poter mappare, localizzare e bloccare transazioni con valute crypto. I recenti successi nel bloccare il riciclaggio di monete crypto riciclate è indicativo della crescente capacità delle autorità finanziarie di tracciare le valute “non tracciabili”. 

A queste soluzioni più evolute si affiancano anche soluzioni più primitive, ma non per questo inefficaci, se gestite a livello nazionale. L’Iran ha avvallato numerose soluzioni di baratto in passato. Oltre che il pagamento in oro la repubblica islamica ha anche accettato pagamento in grano e altri beni di prima necessità. La Cina di recente ha manifestato pieno interesse a comprare tutto il grano prodotto in Russia. Per quanto queste transazioni implichino una logistica più appesantita (sia dal punto di vista della due diligence che per la gestione delle transazioni), queste soluzioni possono essere efficaci se vengono definite a livello statale e, in seguito, dettagliate per ogni singola spedizione. 

Tutte queste soluzioni possono essere attivate. Di certo c’è che l’Europa deve pensare ad alternative per essere meno dipendente e aumentare le strategie di diversificazione degli investimenti downstream e upstream. 

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