Studi e approfondimenti
6 Marzo 2023

Tre domande a… Raffaele de Courten

Il manager è partner fondatore di Alto Partners SGR

Il mercato del private capital è cambiato e cambierà nel prossimo triennio; quali sono le principali tendenze secondo il suo punto di vista?
Nel recente passato, il mercato del private capital ha subito una forte influenza con riferimento alle tematiche ESG. La elevata attenzione degli LPs e della comunità finanziaria in generale su questo tema ha comportato una veloce e importante sensibilizzazione dei gestori dei fondi. Spesso la politica ESG viene utilizzata in chiave opportunistica in ottica di fundraising. I gestori dei fondi sono chiamati a dedicare tempo e attenzione a tale evoluzione di mercato che ritengo sia di carattere permanente.

Questi mesi possono essere una grande opportunità per l’economia italiana e per le tante imprese che la compongono; quali le sue previsioni o aspettative?
L’economia italiana è una economia industriale con un forte componente di PMI. Tali PMI tuttavia risentono, contrariamente ad importanti economie vicine come Francia e Germania, di un problema dimensionale, che rende più complesso l’intervento da parte dei fondi. I prossimi mesi possono essere una opportunità per le imprese familiari nella risoluzione del passaggio generazionale, a condizione che vi siano fondi con sufficiente esperienza presenti sul mercato e che tali fondi possano investire in una molteplicità di settori senza eccessivi vincoli operativi.

Quale il ruolo dei fondi da lei gestiti? Cosa servirebbe per poter fare di più per l’economia reale?
Alto Partners ha da sempre operato secondo una logica industriale, puntando sulla crescita del fatturato delle partecipate (per linee interne e/o per acquisizioni) e sullo sviluppo occupazionale. I fondi di mid-market investono, come noto, nell’economia reale del paese, dal momento che la maggior quota di operazioni effettuate da questi fondi sono di tipo primario, ovvero quelle i cui venditori sono di matrice familiare. Al fine di supportare tali fondi, si rende necessaria, in particolare, una maggiore partecipazione da parte degli investitori istituzionali italiani, le cui masse gestite si stanno peraltro incrementando nel tempo.

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