Atlantia, dopo otto mesi di negoziato con Cdp e i suoi alleati (Blackstone e Macquarie), si è aperta a trattative con il gruppo spagnolo Acs che ha manifestato interesse, facendo capire a Cassa Depositi e Prestiti che la holding ha delle offerte alternative. Questa mossa a sorpresa del Ceo di Atlantia, Carlo Bertazzo, è arrivata nel giorno in cui Cdp Equity ha chiesto di prorogare l’offerta vincolante del 24 febbraio da 9,1 miliardi al 27 marzo, con l’onere di 1,5 miliardi di garanzie dal 16 al 27 marzo. La cifra non sarebbe congrua per Atlantia, che valuterebbe l’operazione tra i 10,5 e i 12 miliardi per il 100% di Autostrade per l’Italia. Se il dialogo tra Bertazzo e Perez (il patron del gruppo di Madrid) dovesse decollare, l’ingresso di Acs prevederebbe l’acquisto di una quota del 55% del nuovo veicolo societario Autostrade Concessioni e Costruzioni (Acc). Affinché ciò diventi possibile è necessario mettere un punto sulla trattativa tra Atlantia e Cdp riguardo la vendita di Aspi, per la quale Bertazzo ha elencato tre fronti aperti su cui sussiste una notevole distanza tra le parti: il valore di Aspi, le “indemnities” e, in generale, l’intero comparto contrattuale. Lo riporta il quotidiano Il Messaggero. Nelle prossime ore dovrebbe avviarsi la trattativa tra le banche di Atlantia (Bofa Merril Lynch, Goldman Sachs, Jp Morgan e Mediobanca) e gli advisor e creditori di Acs (Bbva e Santander), e qualora l’offerta fosse soddisfacente Cdp dovrebbe provvedere ad un rialzo congruo per evitare la partnership italo-iberica su Aspi. Atlantia punta a sfruttare la necessità di consolidamento dei principali scali aeroportuali europei colpiti duramente dalla pandemia, e insieme alla nuova linea di business dedicata alle forme di mobilità integrata in cui la società ha preso parte entrando nel capitale di Volocopter con BlackRock, sta suscitando interesse sui mercati. Inoltre Atlantia capitalizzerà con alcune centinaia di milioni un fondo di venture capital legato ai temi dell’innovazione e della sostenibilità. La consigliera Sabrina Benetton ha invece deciso di dimettersi dal CdA di Atlantia il 13 marzo, dopo gli ultimi accadimenti relativi ad Aspi. Questa scelta sarebbe la riprova di una conflittualità interna alla famiglia sulla gestione di questo processo, in quanto la stessa Benetton ha dichiarato l’esistenza di un “disagio reciproco” tra le parti. Da alcuni giorni circolano alcune voci che metterebbero in discussione il presidente di Atlantia Fabio Cerchiai oltre all’Ad Carlo Bertazzo, che ricoprono però un ruolo estremamente complicato: devono infatti continuare la trattativa con Cdp e i fondi Blackstone e Macquarie senza scontentare gli altri soci di Atlantia, tra cui il fondo Tci che detiene il 10% del capitale.