A 21 anni dalla privatizzazione di Autostrade, scrive Laura Galvagni sul Sole 24 Ore, la principale rete del Paese torna nelle mani dello Stato ad un prezzo di 9,3 miliardi di euro.
L’accordo vincolante di cessione da parte di Atlantia al consorzio formato da Cdp, Blacskstone e Macquarie è stato firmato l’11 giugno, mentre il giorno prima c’è stato il via libera all’operazione da parte del CdA della holding facente capo alla famiglia Benetton.
La situazione è stata sbloccata dai nuovi termini della proposta presentati dalla newco guidata da Cassa: la valorizzazione è in linea con le attese e non si discosta in maniera significativa dal limite inferiore del range di valore stimato per il 100% del capitale dalle banche advisor (9,3-9,5 miliardi).
Manca da capire cosa faranno i soci di minoranza Allianz, Edf e Silk Road, che detengono una quota prossima al 12%. Il consorzio sarebbe pronto a rilevare anche quel pacchetto azionario, ma non sarebbero stati avviati confronti formali. L’unica certezza è che, a quasi tre anni dal Ponte Morandi, a uscire dai giochi sarà Atlantia, e con essa la famiglia Benetton.