La cordata formatasi intorno a Cassa Depositi e Prestiti con Blackstone e Macquarie si sta attrezzando per presentare una lettera vincolante ad Atlantia dopo la richiesta di quest'ultima di ricevere entro il 27 ottobre una proposta strutturata per l'88% di Autostrade per l'Italia che contenga un'indicazione di prezzo concreta per la quota dell'asset messo in vendita. Qualcosa di più preciso rispetto al range di prezzo riferito nel documento preliminare, ossia tra gli 8,5 e i 9,5 miliardi di euro per il 100% di Aspi. Cdp e i fondi quindi ora sono alle prese con un'offerta vincolante soggetta a due diligence che tenga conto del contesto e quindi sia collegata al piano economico finanziario e alle eventuali modifiche che potrebbero essere apportate a valle del parere dell'Art e delle interlocuzioni con il ministero delle Infrastrutture. Come scrive Laura Galvagni sul Sole24ORE la valorizzazione di Aspi fatta dalla Cassa non potrà prescindere dai contenuti del Pef. Piano economico che ancora non è stato approvato dal Mit e ha ricevuto numerosi rilievi (otto di preciso) da parte dell'Art, l’Authority dei Trasporti. Il documento con il parere dell'ente inviato al ministero delle Infrastrutture pare che abbia sollevato un gran polverone. Il Pef è l'atto con cui si stabilisce come devono essere calcolati i costi di gestione rispetto a quelli di costruzione, cioè quelli che mettono in cantiere nuove infrastrutture. Senza un Pef approvato da tutti gli enti coinvolti, compresa la Corte dei Conti, non si potrà calcolare il valore dell’azienda. Il rilievo principale dell'Art, scrive il Corriere della Sera, è legato all’importo delle manutenzioni incrementali, cioè quelle aggiuntive da dover fare per compensare le mancanze di gestione degli anni precedenti in modo tale da mettere maggiormente in sicurezza la rete autostradale. La cifra si aggira su 1,2 miliardi che dovrebbero essere pagati dagli attuali soci di Autostrade, quindi anche la famiglia Benetton, ma che nel pef di Autostrade rischiano di essere messi in conto agli automobilisti nei prossimi cinque anni. C'è poi la questione dell’incremento annuo delle tariffe dell’1,75% previsto a partire dal 2021 sino al termine della concessione, cioè nel 2038. Secondo l'ente l'incremento non dovrebbe essere automatico ma più in linea con il tasso d’inflazione e l’1,75% dovrebbe intendersi quale valore soglia massimo. Fonti vicine ad Atlantia però rilevano che quel tasso fu proposto dal governo e inserito nell’accordo di luglio. Intanto la holding proprietaria ha riaperto la data room su Aspi anche ad altri soggetti che avevano manifestato interesse. Il periodo di esclusiva dato a Cdp infatti è terminato senza una proposta vincolante. Così l’imprenditore abruzzese Toto, sostenuto dal fondo Apollo, è tornato a farsi avanti. Ha incontrato i vertici della società e confermato che invierà un’offerta.