Private equity
24 Febbraio 2021

Finint punta a Profilo per svilupparsi nel 2021

In alternativa è allo studio una quotazione finalizzata a fare nuove acquisizioni

Il 2020 per Banca Finint si chiude con risultati in crescita. Prossimo obiettivo, scrive Carlo Festa sul Sole24ORE, è la fusione con Banca Profilo. Nei giorni scorsi il consiglio di amministrazione dell'istituto si è riunito e ha approvato i dati di bilancio consolidato relativi all’anno scorso. Per quanto riguarda il 2021 è previsto un fondo di private equity con un obiettivo di raccolta attorno a 100 milioni e dedicato alle pmi, oltre a un altro veicolo dedicato agli utp per il territorio del Nord Est. Per quanto riguarda la proposta a Banca Profilo, Finint ha presentato un'offerta carta contro carta per un'integrazione che punta a una maggiore ramificazione industriale dell'istituto. Banca Finint è sviluppata soprattutto nel Nord Est, mentre Banca Profilo nel Nord Ovest. Il via libera al progetto però dipende dai sottoscrittori del fondo Sator che detengono il 62% di Profilo oggi in vendita. Finint però non corre da sola. Per la quota ci sono altre due offerte che arrivano rispettivamente da Banor Sim e dal fondo Riverrock. La prima nei giorno scorsi ha ricevuto una bocciatura da Sator Private Equity ma potrebbe essere la base per rinegoziare i termini. Sembrerebbe infatti quella favorita, in quanto totalmente cash. Le proposte finali comunque sono attese a fine febbraio. In un'intervista al Gazzettino, il presidente e azionista di controllo all'84% di Banca Finint Enrico Marchi ha dichiarato che qualora non andasse in porto l'alleanza con Banca Profilo, il suo istituto lancerà all'inizio del 2022 la quotazione in Borsa con un aumento di capitale da 100-150 milioni che servirà per future acquisizioni. Nel 2020 Banca Finint è stata interessata da un processo di riordino delle società controllate. Il nuovo assetto societario, diventato operativo a fine ottobre 2020, ha visto una semplificazione della struttura partecipativa del gruppo con la fusione per incorporazione nella società capogruppo di tre controllate: Securitisation Services (cartolarizzazioni, covered bond e finanza strutturata), Finint Corporate Advisors (finanza straordinaria d’impresa) e Fisg (finanza strutturata). La fusione non ha invece riguardato Finint Investments, la società di gestione del risparmio, nella quale la capogruppo mantiene la partecipazione diretta. Dai dati del bilancio risulta che il margine finanziario e da servizi ha raggiunto quota 56,1 milioni di euro (+5,8% anno su anno) con commissioni nette che ammontano a 49,8 milioni di euro. Il margine di intermediazione è di 57 milioni di euro. L'utile lordo consolidato è stato di 18,8 milioni, in lieve calo rispetto ai 20,8 milioni del 2019 dovuto per più di 1 milione al sostenimento di costi non ricorrenti relativi all’operazione di riorganizzazione mentre l’utile netto consolidato è di 21,1 milioni di euro (+43,5% a/a grazie a componenti non ricorrenti). In crescita i risultati della partecipata Finint Sgr che raggiunge un risultato netto di 2,4 milioni di euro (+23,5%) contro un risultato 2019 pari a due milioni di euro.

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