Studi e approfondimenti
17 Febbraio 2025

Il private capital e l’impatto sull’economia reale: il caso Gnutti Cirillo

Ce ne parla Philippe Minard, Direttore Investimenti Anima Alternative Sgr

Negli ultimi anni il mercato italiano del private capital ha vissuto uno sviluppo piuttosto significativo, attestato dalle numerose operazioni che hanno coinvolto aziende italiane, dall’importo degli investimenti completati e della raccolta, dall’interesse di operatori esteri nei confronti di imprese attive sul territorio nazionale, dalla presenza di operatori specializzati nelle varie fasi di vita di un azienda (dallo start-up fino al turnaround passando per il capitale per la crescita o l’acquisizione del controllo) e infine dai buoni ritorni registrati da chi investe in questo settore. Un ulteriore elemento che caratterizza oggi il mercato italiano è la varietà degli strumenti ai quali aziende e imprenditori italiani possono ricorrere per costruire la soluzione più adatta alle proprie necessità. Questa ampia offerta comprende strumenti di debito a breve termine, finanziamenti strutturati a medio-lungo termine, capitale di rischio, ordinario o privilegiato, di minoranza o di maggioranza.

Fra queste soluzioni merita particolare attenzione la flessibilità che offre il capitale ibrido, una categoria di private capital che comprende il debito subordinato, il capitale privilegiato e l’equity di minoranza, messi a disposizione separatamente o in combinazione. Oltre ad essere flessibili, questi strumenti offrono anche vantaggi significativi sia rispetto a uno strumento equivalente di puro equity che a uno di puro debito.

Per meglio apprezzarli è utile illustrare un esempio concreto di operazione di capitale ibrido strutturata dal primo FIA di private capital lanciato da Anima Alternative Sgr, società del Gruppo Anima focalizzata sui private market, che ha consentito in breve tempo il pieno raggiungimento degli obiettivi della famiglia imprenditoriale che vi ha fatto ricorso.

Il caso in esame riguarda un importante cambio di governance del gruppo bresciano Gnutti Cirillo. La società, holding di un gruppo attivo nella lavorazione dell’ottone, fino al 2021 era posseduta pariteticamente dai due figli del fondatore. Con la crescita della terza generazione si avvicinava il momento di implementare un progressivo passaggio generazionale che in molte altre aziende si è rivelato molto complesso, se non addirittura problematico. Con l’obiettivo di privilegiare gli interessi del gruppo, i due rami della famiglia hanno condiviso un metodo equo di definizione della governance futura che ha portato l’intero capitale ad essere detenuto da Giuliano Gnutti, fino ad allora socio al 50%.

Questo parziale cambio di proprietà ha richiesto un’articolata strutturazione finanziaria che ha visto il capitale ibrido, attraverso un finanziamento subordinato di tipo “sponsorless”, dare un contributo chiave al raggiungimento degli obiettivi prefissati dall’imprenditore, ossia:

  • Fornire i mezzi finanziari necessari a completare l’acquisizione;
  • Costruire una struttura finanziaria il cui servizio non gravasse sull’operatività del gruppo;
  • Evitare l’innesto di un socio esterno di maggioranza o di minoranza;
  • Mantenere il pieno controllo della governance;
  • Fissare regole chiare e predefinite per la condivisione della futura generazione di valore che l’imprenditore prevedeva di creare.

Il finanziamento in questione è stato strutturato come uno strumento di quasi-equity: rimborso del capitale in un’unica soluzione, scadenza lunga, opzione al pagamento semestrale o a scadenza degli interessi e una piena subordinazione al debito bancario senior sottoscritto contestualmente.

Una volta completata l’acquisizione, anche grazie alla flessibilità della struttura finanziaria, l’imprenditore, insieme al figlio e al management, si è pienamente dedicato a perseguire lo sviluppo del gruppo portando in pochi anni il fatturato del gruppo dai 193,5 milioni di euro del 2020 ai 287,5 milioni del 2023.

 La crescita dei ricavi si è accompagnata a un forte miglioramento della redditività e della generazione di cassa, che ha permesso di rimborsare anticipatamente il finanziamento subordinato, con piena soddisfazione di entrambi le parti.

Nel caso illustrato, lo strumento fornito ha rappresentato una soluzione ottimale sia per l’imprenditore e la sua famiglia, sia per il gruppo Gnutti Cirillo, ma anche per gli investitori del fondo.  

Trattandosi di uno strumento costruito su misura, il capitale ibrido si adatta a molti contesti e allo stesso tempo contribuisce a rafforzare la capacità finanziaria di chi è alla ricerca di risorse finanziarie a supporto dei propri programmi di crescita.

Grazie ai suoi FIA dedicati al capitale ibrido, Anima Alternative offre una risposta specificatamente costruita per le piccole e medie imprese italiane e i loro soci.

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