Italgas da alcuni giorni avrebbe avuto accesso alla data room di 2i Rete Gas, su cui tratta in esclusiva con i soci di controllo (F2i e Finavias, ovvero Ardian) per rilevarne il 100%. L'architettura dell'operazione, scrive Il Sole 24 ore, è complessa. Nei mesi scorsi 2i Rete Gas aveva avviato un processo di Ipo e anche per questo c'è incertezza sui tempi. Le ipotesi sono che circolano sono un'offerta vincolante già entro l'estate o a fine 2024, con il closing tra un anno. I pilastri del riassetto, scrive sempre il quotidiano, sono tre. Il primo è il valore complessivo dell'offerta. La cifra contenuta nella proposta non vincolante di inizio maggio supererebbe i 5,2 miliardi. C'è poi il tema del rating e, infine, la disponibilità del socio di controllo Cdp Reti a sostenere l'operazione. Uno dei nodi da sciogliere sarà l'antitrust. Italgas può contare su circa 7,2 milioni di punti di riconsegna in tutta Italia, 2i Rete Gas su 4,9 milioni. Un merger tra le due società porterà a sovrapposizioni ed è possibile la cessione di oltre un milione di contatori. A questi asset potrebbero essere interessati fondi di private equity o operatori industriali focalizzati sulla distribuzione gas come Ascopiave per un valore fino a un miliardo di euro. I proventi della vendita dei Pdr in eccesso rappresenterebbero per Italgas un cuscinetto per sostenere il fabbisogno finanziario legato all'operazione che, viene precisato, sarà fronteggiato mediante ricorsa a un prestito bridge garantito da Jp Morgan il cui rifinanziamento potrà avvenire tramite una combinazione di strumenti di equity, debito o equity like. Secondo le stime attuali dovrebbe esserci un aumento di capitale tra 900 milioni e un miliardo e un ricorso al debito per circa tre miliardi. L'eventuale ricapitalizzazione sarebbe sostenuta pro quota da Cdp Reti, primo socio col 26%. Il secondo azionista è Snam con un 13,5%.