L’investimento in Firstance, prima First Advisory, è stato per alcuni aspetti atipico per un operatore di private equity che normalmente non investe nel settore dei servizi finanziari e in questo caso a cavallo tra servizi finanziari ed assicurativi. Ma come in altri casi ciò che ha colpito e in seguito convinto sono stati gli imprenditori e fondatori della società, Massimo Merlo e Giuseppe Frascà, con le loro competenza e capacità progettuale.
Firstance era tra le principali società in Italia specializzate nella intermediazione di polizze vita Ramo I e Ramo III verso una clientela HNWI semplificando e agevolando il contatto tra il mondo del private banking, i cui clienti avevano esigenza di questa soluzione, e il comparto assicurativo che avrebbe gestito il prodotto. Attività che tuttavia non si limitava ad una prima intermediazione, ma continuava nel tempo consentendo, attraverso la propria piattaforma, un più immediato trasferimento dei dati e delle informazioni finanziarie necessarie al gestore patrimoniale.
Firstance desiderava un investitore istituzionale nel proprio capitale, sia per avere una migliore rappresentatività, sia per una maggiore stabilità che consentisse di portare a termine i propri progetti di crescita.
I principali obiettivi si concentravano su una accelerazione nello sviluppo della propria piattaforma insurtech, da un lato, e sulla crescita dei volumi sia per linee interne che esterne, dall’altro, prima in ambito nazionale e in seguito nei principali Paesi europei.
Il piano di sviluppo redatto con gli imprenditori al momento del nostro ingresso prevedeva un orizzonte temporale di quattro anni ed obiettivi che come sempre apparivano ragionevoli, ma anche ambiziosi.
Complice un mercato favorevole, ma sappiamo che da solo non basta, la società è stata in grado di cogliere un’opportunità di crescita sia incrementando costantemente i volumi intermediati, sia portando a termine l’acquisizione di un concorrente nazionale, integrandolo nella propria organizzazione in tempi molto contenuti e riducendo quindi al minimo i costi che in questi processi possono essere elevati.
L’accelerazione della crescita è stata possibile anche grazie al coinvolgimento di nuovi manager giovani, ma con background di rilievo, con ruolo di direzione finanziaria (CFO), direzione delle operations (COO) e direzione dello sviluppo tecnologico (CTO), inserimenti che hanno consentito di “potenziare” le capacità della società e dei suoi top managers.
Nell’arco di soli due anni la società ha completato il percorso previsto nel piano di sviluppo, in quattro anni, passando da 16 a oltre 27 miliardi di Euro di volumi intermediati e con un fatturato cresciuto da 23 a oltre 42 milioni di euro ed una proporzionale crescita della redditività operativa, confermandosi l’indiscusso leader di mercato in Italia, con la capacità e la dimensione necessaria per potersi affacciare in modo strutturato sui principali mercati europei.