Il cda di Tim ha dato il via libera alla creazione di Fibercop e ha approvato l'accordo con Cdp per dotare l'Italia di una rete unica in fibra ottica. Lunedì i consigli d’amministrazione delle due aziende hanno firmato una lettera di intenti con le linee guida per arrivare alla costituzione di una società che si occuperà proprio della rete unica. Si chiamerà Accessco e sarà costituita entro il prossimo marzo. Operativamente dovrà occuparsi di sostituire il filo di rame, che ancora oggi entra nelle case degli italiani, con la fibra ultraveloce. Il governo ha dato una spinta decisiva per arrivare alla firma, intervenendo direttamente su Tim e Cassa. Ora serve l’accordo con l’Enel, che ha l’altro 50% di Open Fiber, per portare Cdp in maggioranza e consentire al gruppo elettrico di vendere la sua partecipazione residua nella società , per la quale si è fatto avanti il fondo Macquarie. Secondo l'accordo Tim deterrà almeno il 50,1% di Accessco e attraverso un meccanismo di governance condivisa con Cdp Equity, controllata di Cdp, sarà garantita l’indipendenza e la terzietà della società. Sono previsti meccanismi di maggioranze qualificate e regole di controllo preventivo. Il progetto prevede che la società sia aperta al coinvestimento di altri operatori e caratterizzata dall’assenza di legami di integrazione verticale rispetto ai servizi di accesso alla rete. La costituzione di Fibercop è un passaggio essenziale per l'ingresso del fondo Kkr con il 37,5% e Fastweb con il 4,5%. Di recente poi si è fatto avanti anche Tiscali. Il fondo americano ha sborsato 1,8 milioni per entrare in partita mentre Fastweb ha apportato la sua quota in Flash Fiber. Di Fibercop Tim avrà cinque consiglieri, Kkr tre e Fastweb uno. Il presidente sarà designato congiuntamente da Tim e Kkr, ma l’ex monopolista nominerà ad e cto, mentre il direttore finanziario sarà scelto dagli americani. Fibercop è la società che andrà a fondersi con Open Fiber dopo l’ulteriore conferimento di quella parte di rete di Tim che va dalle centrali agli armadi su strada, la cosiddetta rete primaria. In Fibercop entrerà anche Cdp, ma al momento della fusione con Open Fiber (la società della fibra di cui è azionista al 50% con Enel). Dopo la firma del memorandum of understanding da parte di Tim e Cdp, ora i consigli nomineranno gli advisor per stabilire il valore delle attività che verranno trasferite ed entro fine anno ci sarà l’esame dei conti. La fase più delicata è l'unione delle due reti rivali, cioè Tim e Open Fiber, che dovranno fondersi diventando una cosa sola. La volontà è quella di arrivare a trovare un accordo definitivo entro il primo trimestre del 2021 e passare così la palla alle autorità nazionali (Antitrust, Agcom e Golden Power) e europee.