Private equity
24 Novembre 2021

Le reazioni all'offerta di Kkr a Tim

I fondi Cvc e Advent studiano una contro-offerta

All'indomani dell'annuncio della possibile opa di Kkr su Tim - che potrà essere confermata solo dopo un mese di due diligence e gli ok di governo e cda - il titolo dell'azienda è salito in borsa del 30%, guadagnando dieci centesimi nella giornata di lunedì 22. La chiusura è stata a quota 45 centesimi, quindi al di sotto di 50,5 centesimi, che è il prezzo indicativo segnalato dal fondo Usa. L'offerta per ora non ha convinto il partner francese Vivendi che ha definito la proposta insufficiente perché “non riflette il reale valore di Tim”. Dopo il consiglio straordinario di domenica, volto a valutare l'offerta, il governo ha fatto sapere di avere accolto positivamente la novità ma ha anche costituito un comitato di ministri e esperti per seguire il dossier. Questo gruppo di lavoro potrebbe riunirsi già in settimana. Prima di tutti però sarà il consiglio di amministrazione di Telecom - che domenica non ha deliberato - a doversi esprimere. Il prossimo appuntamento è programmato per venerdì 26 ed era stato convocato per una verifica sulle strategie alla luce dell'ultima trimestrale, che ha mostrato criticità. L'ordine del giorno è ancora da definire ma, scrive il Sole24ore, è possibile che il consiglio discuta e dia il via libera alla richiesta del fondo di avere accesso a una due diligence di 30 giorni che servirà per confermare o meno l'offerta. Vivendi ha una quota del 23,75% e da sola non potrebbe bloccare l'opa, che ha come condizione di validità il superamento della soglia del 51%, ma la presenza di un socio di peso in disaccordo potrebbe complicare i piani del fondo Kkr che, dopo il delisting di Tim, vorrebbe lavorare al riassetto del gruppo. L'offerta del private equity arriva in un momento di tensioni tra l'azionista di maggioranza relativa, Vivendi, e l'amministratore delegato di Tim Luigi Gubitosi (in carica dal 2018).

A seguire l'operazione da vicino sono anche Cvc e Advent. I private equity con il supporto della banca d'affari Nomura, scrive Carlo Festa sul Sole24ore, stanno studiando la situazione in evoluzione e, nel caso ci siano le condizioni, faranno una proposta in competizione con quella di Kkr. Il consorzio Cvc-Advent deve prima risolvere due questioni. La prima è di tipo politico ed è ottenere il via libera dalle istituzioni per avvicinarsi al dossier e proporre un'operazione amichevole e di sistema, benestare che Kkr sembrerebbe avere avuto. La seconda è di ordine finanziario. Oltre gli 11 miliardi a cui è stata valutata, Tim porta con sé 35 miliardi di debiti che, in caso di cambio di proprietà, dovranno essere rifinanziati. Domenica sera, dopo la fine del board di Tim, un portavoce dei fondi ha spiegato che Advent e Cvc si dicono “aperti al dialogo con tutti gli stakeholders, per identificare in modo trasparente una soluzione di sistema per il rafforzamento industriale di Tim”. Kkr non avrebbe ricevuto opposizione dal Governo, che però può sempre sfoderare la carta del golden power, e ora i fondi vogliono capire se la posizione delle istituzioni sia favorevole anche ad altri interlocutori. Per quanto riguarda la proposta ricevuta, la cordata Cvc-Advent, secondo indiscrezioni, riterrebbe la valutazione fatta da Kkr inferiore alla somma delle parti del gruppo telefonico.

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