Sarà valutata nel cda di Atlantia di venerdì 26 febbraio la lettera, autorizzata da tutti i membri del consorzio, con l'offerta vincolante di Cdp-Blackstone-Macquarie per l'88% di Aspi. La holding autostradale dovrà valutare i contenuti, a partire dal nodo del prezzo. I pretendenti valorizzano il 100% della concessionaria 9,2 miliardi di euro, incluso lo sconto manleva, e prevedono quindi un esborso vicino agli otto miliardi per la quota dell'88%. La somma verrebbe pagata subito e finanziata in parte con equity e in parte con debito, secondo una proporzione 30%-70%. L'unica condizione posta nell'offerta è l'approvazione del Pef. L'ingresso del consorzio capeggiato da Cdp in Aspi è previsto attraverso una società italiana di nuova costituzione partecipata al 51% da Cdp Equity e al 24,5% rispettivamente da Blackstone e da Macquarie, presenti quindi in totale col 49%. Cdp in una seconda fase potrà cedere una parte delle proprie azioni ad altri investitori italiani. Il passo successivo adesso è il cda di Atlantia ma il board potrebbe decidere di affidare la parola finale agli azionisti, convocando un'assemblea che a quel punto si svolgerà non prima della fine di marzo o i primi di aprile, scrive La Stampa. Il prezzo resta distante dalle ambizioni di Atlantia. Le due precedenti offerte preliminari che collocavano il valore di Aspi tra 8,5 e 9,5 miliardi sono state entrambe bocciate. La somma inoltre è lontana dagli 11-12 miliardi a cui punta il fondo Tci, secondo azionista di Atlantia con il 10%.