A febbraio, il private equity italiano accelera ulteriormente il ritmo e prosegue nell’ottimo avvio di 2025, facendo registrare 47 nuovi investimenti nel corso del mese appena concluso. Lo scorso anno, nel medesimo periodo, l’Osservatorio Pem di LIUC – Università Cattaneo, attivo nell’ambito delle attività della LIUC Business School, aveva mappato 34 investimenti (27 a febbraio dell’anno precedente).
Il nuovo anno, dunque, si è aperto con un primo bimestre di grande intensità, che vede il settore “viaggiare” ad un ritmo decisamente elevato, anche se il termine di paragone viene identificato nell’anno dei record: 80 deal nei primi due mesi contro i 60 del 2022. Febbraio, inoltre, rappresenta uno dei mesi più prolifici nella storia più che ventennale dell’Osservatorio.
Si conferma, dopo gennaio, anche la presenza di deals di dimensioni medio-grandi: si ricordano, in tal senso, tra gli altri, gli investimenti in Telecom Italia Sparkle e Casalasco.
A febbraio, le operazioni di buy out hanno rappresentato l’85% dei deals totali; da segnalare l’ormai consolidato secondo gradino del podio per i deals di tipologia Infrastructure; gli add on (operazioni di aggregazione aziendale) hanno rappresento il 62%, segnale che gli operatori, in affiancamento alla ricerca di nuove opportunità, continuano in parallelo a concentrarsi anche sul potenziamento e la crescita per linee esterne delle proprie portfolio companies. Il Nord Italia costituisce ancor più del solito il principale polo catalizzatore, con Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna sugli scudi, da segnalare la buona performance del Lazio; ICT, prodotti per l’industria e terziario sono i settori maggiormente oggetto di operazioni, con i primi due comparti che costituiscono circa metà dell’intera industry. L’attività di investimento degli operatori internazionali nelle imprese del nostro Paese ha rappresentato il 62% delle operazioni concluse, dato ormai da qualche mese in ulteriore crescita rispetto al trend già positivo dell’ultimo triennio.
A margine, per quanto concerne l’attività all’estero, si segnala che l’Osservatorio Pem non ha mappato acquisizioni dirette all’estero realizzate da player domestici, ma di contro ha rilevato una ottima frequenza di add-on aventi quale target company un’azienda straniera, ben quattro, con USA, Francia e Spagna “mete di conquista” privilegiate.
Il Private Equity Monitor - Pem è un Osservatorio attivo presso la LIUC Business School, in collaborazione con AIFI, grazie al contributo di Advant Nctm, Deloitte, Di Luccia & Partners, Equita, Equity Factory, Fondo Italiano d’Investimento SGR, Riello Investimenti SGR e Valori Asset Management.
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