Sator Private Equity Fund ha avviato un processo finalizzato alla valorizzazione della partecipazione di controllo detenuta in Banca Profilo. La scelta è coerente con le politiche di investimento del fondo e con il suo imminente termine di durata. Il veicolo infatti ha ancora 18 mesi di vita. Spef uscirà dall'investimento fatto nel 2009 ma sono già attivi dei colloqui con gli stessi suoi quotisti che potranno investire direttamente nella banca. La prima interessata potrebbe essere Sator spa, la finanziaria controllata al 67,5% dal banchiere Matteo Arpe che del fondo detiene il 20% circa del capitale. Ai prezzi attuali Banca Profilo capitalizza 150 milioni di euro. Secondo fonti di mercato altri possibili investitori sono gli Angelini, i Brachetti Peretti, Luigi Berlusconi, la Fondazione Roma e la Fondazione Mps. Spef ha preso il controllo del gruppo undici anni fa e sotto la sua guida l'istituto ha cambiato direzione. Nel 2009 Banca Profilo aveva accumulato 74 milioni di perdite nella finanza strutturata e Sator avviò il riposizionamento dell'istituto nel segmento private. Nei giorni scorsi la banca ha approvato il piano industriale al 2023, proponendosi un nuovo salto in avanti nel digitale. L'obiettivo è raggiungere a fine piano oltre 10 miliardi di masse (di cui 6,7 in Italia e 3,4 in Svizzera) e toccare gli 85 milioni di ricavi. Sul fronte tech verrà potenziata la partnership con Tinaba. Si tratta del'app lanciata del fondo Sator nel 2016 e in cui la banca, oggi al 5% del capitale, può salire fino al 20%. Spef come detto arriverà a fine vita tra un anno e mezzo. Altri investimenti da valorizzare sono: Aedes (di cui ha già avviato la exit strategy), Eprice (in cui ha il 20,8% e dove per mesi si è consumato uno scontro col management), la maison l'Autre Chose e l'editore News 3.0.