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12 Ottobre 2022

Tim al lavoro su due fronti: la nascita della rete unica e la vendita di Serviceco

Cdp e Open Fiber chiedono più tempo per la loro offerta e sfuma la scadenza del 31 ottobre, mentre la gara per l'unità business può partire

Si allungano i tempi per la rete unica di Tim. Ci sono le difficoltà che riguardano il delicato tema delle valutazioni, ma soprattutto a prevalere è “il garbo istituzionale nei confronti del governo che verrà”, come scrive La Stampa. La società telco a fine settembre aveva chiesto alla Cassa di confermare l’interesse e i tempi del progetto di rete unica che prevede l’integrazione con Open Fiber, società infrastrutturale creata a fine 2015 dal governo Renzi di cui la Cassa è prima azionista col 60%. Quest’ultima, Macquarie, Kkr e Open Fiber, hanno scritto nel fine settimana a Tim per chiedere di prorogare i termini del memorandum firmato a maggio sulla rete unica. La scadenza per l’operazione era inizialmente fissata al 31 ottobre, data entro la quale andavano firmati gli accordi vincolanti, ora l'offerta vincolante potrebbe slittare alla prima metà di dicembre e l’operazione al 2023. Sebbene ci siano già state interlocuzioni tra Cdp ed esponenti di Fratelli d’Italia, è possibile che serva tempo per verificare le intenzioni del nuovo esecutivo - dove potrebbe esserci un viceministro per le telecomunicazioni - e chiarire i termini dell’acquisizione. Cdp Equity, Macquarie e Open Fiber, riporta Il Corriere della Sera, hanno comunicato che il processo di valutazione attualmente in corso, data l’ampiezza della transazione e il tempo necessario ad analizzare tutta l’informazione ricevuta da Tim, “richiede un’estensione della timeline indicativa originariamente discussa”. La posizione è condivisa da Kkr, il fondo Usa che controlla il 37,5% di Fibercop - la rete secondaria di Tim - che ha confermato di voler restare allineata con Tim nella discussione sul memorandum of understanding firmato lo scorso maggio. Le parti si incontreranno in settimana. Uno dei nodi da sciogliere è la distanza nelle valutazioni. Da una parte Cdp che valuterebbe l’infrastruttura del gruppo telefonico attorno ai 17-18 miliardi. Dall’altra il board di Tim, dove il primo socio Vivendi, che ne chiede 31. Da qui la necessità di approfondimenti e più tempo. 

Intanto il gruppo telefonico ha varato un nuovo comitato per coordinare le attività di scorporo della rete dai servizi e la creazione di due società dedicate ai servizi per il pubblico (Serviceco) e per i grandi clienti (Topco). Come ricostruiscono Andrea Biondi e Carlo Festa sul Sole24ore, la divisione porterà alla futura cessione di una minoranza di Tim Enterprise, una delle due anime di Serviceco. La divisione dovrebbe racchiudere tutte le attività commerciali business, oltre a Noovle, Olivetti, Telsy e gli asset relativi al data center. Per la vendita gli advisor di Tim attualmente sarebbero al lavoro per completare la documentazione. Gli information memorandum, secondo le indiscrezioni, potrebbero essere pronti tra fine ottobre e inizio novembre. Un beauty contest tra i gruppi interessati potrebbe quindi partire da metà novembre con le offerte preliminari attese tra novembre e dicembre. Il dossier dovrebbe arrivare a gruppi finanziari come Advent, Apax, Permira, Bain Capital e Tpg, oltre a Cvc che a inizio anno aveva manifestato il proprio interesse e che a marzo ha inviato al board di Tim una proposta non vincolante, avente per oggetto l'acquisto di una partecipazione di minoranza nella nascente società della divisione Enterprise. La newco, secondo i rumors, veniva valorizzata dal gruppo britannico circa sei miliardi di euro ma la cifra non sarebbe stata ritenuta adeguata.

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