Kkr intende abbandonare la proposta di acquisizione da 10,8 miliardi di euro se Tim non concederà la due diligence richiesta dallo scorso novembre. Il private equity ha scritto una lettera in cui accusa l'ex monopolista italiano delle telecomunicazioni di avere accantonato per oltre quattro mesi la proposta impedendo la due diligence e avere quindi accesso ai conti. Kkr ha ribadito di voler rivedere i numeri del gestore telefonico ancora più urgentemente di prima, poiché le condizioni del mercato intanto sono cambiate. Come scrive Il Sole24ore da novembre Tim non si è fatta mancare nulla: profit warning, i downgrade delle agenzie di rating e svalutazioni che hanno portato a un maxi-rosso da 8,7 miliardi per i conti 2021. Dal canto suo Tim ha aperto alla due diligence ma solo se confirmatoria, cioè subordinata a un'offerta vincolante, per evitare asimmetrie informative. Il cda del gruppo telefonico di giovedì 7 aprile avrà all'esame anche la proposta di Cvc che si è fatto avanti per il 49% di Enterprise di Servco, la newco dei servizi del gruppo Tim che nascerà insieme alla società della rete Netco in base al piano industriale messo a punto dall'amministratore delegato Pietro Labriola. In Enterprise dovrebbero essere radunate una serie di aziende: Telsy (cybersecurity), Noovle (cloud), Olivetti (Iot). La proposta di Cvc, scrive Carlo Festa in un altro approfondimento sempre sul Sole24ore, dà indicazioni sulla valutazione (con l'entreprise value fissata a sei miliardi di euro), sul perimetro oggetto della proposta e fa alcune stime sulle prospettive future. Le società oggetto dell'offerta hanno un fatturato aggregato 2021 di circa 2,7 miliardi di euro, sul totale di 9,9 miliardi dell'intera Servco. In una seconda fase di trattative saranno da approfondire alcuni aspetti fondamentali per l'accordo. Ad esempio la futura governance dell'azienda, anche se l'intenzione di Cvc è di avviare una partnership lasciando il controllo a Tim. Inoltre al centro degli interessi del fondo ci sono una serie di attività strategiche per la digitalizzazione del Paese e su cui il governo potrebbe esercitare il golden power. Un'offerta di minoranza però tende a superare questo ostacolo. Tim intanto ha un altro fronte di trattative aperto, cioè quello sulla rete unica – con l'integrazione della propria infrastruttura con quella di Open Fiber - per cui ha appena firmato un non disclosure agreement con Cdp Equity per arrivare entro fine mese a un memorandum of understanding che fissi i paletti della collaborazione in materia. Kkr è anche azionista per il 37,5% di Fibercop e resta interessato a difendere il proprio investimento in questa fase di avvicinamento alla rete unica, scrive sempre il quotidiano economico.