Private equity
25 Marzo 2022

Kkr risponde a Tim

La determinazione del governo però parrebbe allontanare l'ipotesi dell'opa

Kkr ha recapitato a Tim e ai suoi advisor la risposta alla missiva inviata dall'ex monopolista una settimana fa. Il fondo americano accoglie l'apertura del cda, conferma la volontà di avviare il dialogo e attende indicazioni sulla due diligence confirmatoria: un esame dei conti per confermare o lasciar cadere l'opa da 50,5 centesimi di euro ad azione. Tre i punti da chiarire richiesti da Tim: il perimetro dell’operazione, il finanziamento dell’eventuale opa e i tempi della stessa, scrive Il Sole24Ore. Sul perimetro dell’operazione il fondo avrebbe chiarito di essere interessato all’intero gruppo e non a singoli pezzi, si conferma quindi il disegno di un’offerta volta al delisting. Per quanto riguarda le modalità di finanziamento Kkr avrebbe fatto sapere di avere allo studio una operazione finanziata quasi interamente a equity e solo per una parte minoritaria a debito. Si tratterebbe, riferisce sempre il quotidiano economico, del più grosso equity investment di un fondo nelle telecomunicazioni in Europa. Quanto ai tempi il private equity resta in attesa della due diligence. La scorsa settimana il cda di Tim ha dato formalmente mandato al presidente Salvatore Rossi e all’ad Pietro Labriola di avviare una interlocuzione formale con Kkr per ottenere informazioni “per valutare l’attrattività e la concretezza della potenziale offerta da un punto di vista finanziario e industriale” e definire “un periodo e perimetro limitati per lo svolgimento di una due diligence di natura esclusivamente confirmatoria”. Lo scenario però è in mutamento. Con il nuovo piano strategico è stato avviato il percorso per lo scorporo della rete e il mercato, sostiene Il Corriere della Sera, ritiene un'offerta sempre meno probabile. Inoltre altri soggetti finanziari starebbero formalizzando il loro interesse nei confronti di singoli asset del gruppo. Sulla parte che si potrebbe occupare di servizi, dopo la separazione della rete, ad esempio si registra un interesse del fondo inglese Cvc, pronto a proporsi come partner una volta che il piano dell'ad Pietro Labriola sarà giunto a esecuzione. In generale l’intervento di altri possibili partner finanziari, interessati ognuno a un diverso asset, finisce per sostenere il piano di riassetto dell’ad Pietro Labriola.

Intanto il governo e Cdp hanno dato il loro endorsement alla rete unica in cui far confluire gli asset di Tim e di Open Fiber: “è uno degli obiettivi del governo e si farà”, ha detto Francesco Giavazzi, consigliere economico della presidenza del Consiglio, nel corso del Bloomberg Capital Markets Forum 2022 perché “da un punto di vista industriale non ha senso duplicare gli investimenti” ha aggiunto il ceo di Cdp, Dario Scannapieco, a cui fanno capo il 10% di Tim e il 60% di Open Fiber. Visto che l'eventuale opa è sottesa al gradimento del governo, le intenzioni per ora lasciano intendere che l'offerta sia destinata probabilmente a finire in soffitta, sottolinea La Stampa. L'offerta si potrebbe però trasformare in qualcosa d'altro, ad esempio in legami più stretti accanto a Cdp nella rete post separazione, dove Kkr è già coinvolto come azionista al 37,5% di Fibercop. Il non disclosure agreement tra Tim e Open Fiber per iniziare a parlare di rete unica dovrebbe essere firmato all’inizio di aprile.

Nel piano dell’amministratore delegato Labriola è prevista la scissione di Tim in quattro business principali: rete, servizi, consumer ed enterprise e a quel punto non solo Cvc, ma anche altri private equity, potrebbero scendere in campo per investire in alcune delle attività della società. Secondo fonti finanziarie, scrive Il Sole24ore, questa suddivisione potrebbe creare tre differenti categorie di interessi: da una parte quelli di Cdp, ma anche di Kkr, di Macquarie e di qualche altro fondo infrastrutturale per il progetto di rete unica. Dall’altra parte, ci sarebbe l’interesse di Vivendi, azionista di Tim, a conservare l’area consumer e dei servizi, quindi la più strategica per l’operatore francese. Infine, ci sarebbe l’area business, che potrebbe finire nel radar dei fondi di private equity. Discorso a parte sulle attività in Brasile di Tim, che da tempo sono nel radar di operatori internazionali delle tlc. Il progetto di Cvc in particolare sarebbe riunire Telsy (cybersecurity), Noovle (cloud) e Olivetti (Iot) in un’unica società denominata Entepriceco.

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