Il cda di Tim ha dato all'unanimità mandato all'amministratore delegato Pietro Labriola di avviare in esclusiva una negoziazione migliorativa con Kkr nell'ambito dell'esame delle offerte non vincolanti su Netco, la newco che raggrupperà le attività relative alla rete fissa (comprese Fibercop e Sparkle). L'offerta è da presentare nel più breve tempo possibile e comunque non oltre il 30 settembre. Tim ha comunque precisato "che l'eventuale operazione avente a oggetto la dismissione di Netco resta soggetta all'ottenimento delle autorizzazioni di legge, incluse quelle afferenti il processo di golden power e quelle antitrust”. Come ricorda Il Sole 24ore, Kkr nel gruppo Tim ha già investito 1,8 miliardi di euro comprando una quota del 37,5% di Fibercop, la società della rete secondaria. L’offerta del fondo Usa vale 21 miliardi di euro (compresi due di earn out in caso di matrimonio con quest’ultima, aumentati di altri due per arrivare a 23 (ma con varie condizioni). La proposta è stata definita preferibile, non solo in termini economici, ma anche di eseguibilità e relativa tempistica rispetto a quella di Cdp-Macquarie. Nella fase negoziale sarà da capire come Kkr potrà accogliere la proposta, avanzata dal Governo Meloni, di una offerta “congiunta" tra soggetti di mercato e soggetti a controllo pubblico. Il soggetto garante di questa "istituzionalità", scrive ancora Il Sole24ore, andrà portato a bordo e il Governo deve ancora esprimersi o, quantomeno, dare indicazioni sul soggetto incaricato di rappresentare il "pubblico". F2i sarebbe interessato a entrare in partita come “soggetto rappresentativo del pubblico” ma nelle sale operative si parla anche della possibilità di un coinvolgimento del Mef direttamente o, più probabilmente, Cdp. La Cassa, a sua volta, si trova ora a dover fare i conti con Macquarie, con cui aveva creato il consorzio che valutava la rete Tim 19,3 miliardi. Secondo La Stampa, la società australiana sarebbe pronta a mettersi di traverso all'ipotesi che Cdp passi a fianco di Kkr. Stando ad alcune ricostruzioni del quotidiano, l'idea che Cdp partecipi con un 3-5% nella nascente società di rete (Netco) senza alcun potere di governance non convincerebbe il fondo Macquarie, che non ne vedrebbe l'utilità. Sarebbe quindi deciso a far valere i vincoli legali che legherebbero le due società che, non solo, erano insieme nell’offerta a Netco ma sono anche consoci di Open Fiber, la società della fibra concorrente di Tim. Un doppio ruolo che, scrive sempre La Stampa, ha costituito lo scoglio Antitrust che ha reso meno appetibile la proposta della cordata italo-australiana.